Gli ammorbidenti richiedono un approfondimento. Propagandati come rimedi miracolosi per rendere i panni morbidi, soffici, profumati e facili da stirare, i comuni ammorbidenti contengono sostanze difficilmente eliminabili dai microorganismi decom-positori e, nella stragrande maggioranza dei casi, addirittura letali per molte specie di flora e di fauna acquatica.
Per dare un solo esempio, l’elenco degli ingredienti di un ammorbidente di una delle marche più diffuse, pubblicizzato come “altamente biodegradabile”, riporta – subito dopo l’acqua, che ne è l’ingrediente pincipale: tensioattivi cationici, alcol isopropilico, parfum (essenze sintetiche), glutaraldeide, acido cloridrico, dimeticone, coloranti, biossido di silicio e diverse sostanze aromatiche classificate come allergeni dalla normativa europea, che rimangono in parte sui tessuti e finiscono quindi sulla nostra pelle. A detta del produttore, i tensioattivi, conservanti e additivi che costituiscono l’ammorbidente hanno bassa tossicità e “dovrebbero” avere potenziale inquinante limitato – ma di questo elenco, solo l’acqua è certamente non tossica e non inquinante.
I soliti maligni sussurrano che la funzione “occulta” degli ammorbidenti è quella di coprire le fibre dei tessuti con una pellicola che, seppur morbida al tatto, sia in grado di attirare maggiori quantità di sporco, costringendoci così a lavare i panni più spesso… consumando naturalmente più detersivo del necessario. Che sia vero o no, è un fatto che il dimeticone e il biossido di silicio sono sostanze inerti, insolubili e destinate a rimanere “appiccicate” ai tessuti e alla lavatrice – che la cosa ci piaccia o no.
Se è vero che ci sta a cuore l’ambiente, dovremmo pertanto imparare a resistere alle lusinghe della pubblicità ed evitare di usare prodotti che rischiano di creare problemi più grossi di quelli che risolvono – soprattutto quando esistono alternative ecologicamente più valide e altrettanto efficaci, come lo sono aceto bianco e acido citrico.