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Come Illuminare Casa con un Camino di Luce

Nella progettazione di una casa ci sono moltissimi aspetti da valutare. Tra i più importanti c’è il ruolo che la luce naturale avrà all’interno dell’abitazione che si sta edificando. In questo senso, architetti e progettisti devono essere capaci di progettare un’abitazione con l’obiettivo di catturare la quantità maggiore possibile di luce naturale. Per raggiungere questo scopo è opportuno progettare molte aperture all’interno dell’abitazione come porte, finestre o camini di luce.

Per sfruttare al meglio la luce naturale bisogna essere un po’ artisti un po’ architetti anche perché le soluzioni per ottenere il massimo beneficio sono davvero numerose. Tra le più comuni, e anche le più adoperate, ci sono porte, finestre ma anche vetrate bianche o colorate che, oltre alla luce del sole, regalano all’ambiente anche una sensazione di spazio maggiore. Tra i rimedi possibili per illuminare una casa in modo naturale, poi, ci sono anche i camini di luce come quelli proposti da Infinity Motion. Si tratta di vere e proprie gallerie che collegano la parte esterna di un’abitazione con quella interna; in questo modo, mediante l’installazione di questi camini è possibile trasferire la luce naturale all’interno dell’abitazione e – di conseguenza – godere di tutti i vantaggi che questa comporta per chi vive un ambiente.

Donare ad un ambiente la maggiore quantità possibile di luce naturale non è importante solo da un punto di vista estetico, ma lo è anche da un punto di vista psicologico. La luce naturale nelle sue diverse gradazioni, infatti, è in grado di imprimere all’animo umano sensazioni ed emozioni differenti e quindi la luce è capace di modellare la psiche stessa dell’uomo e di orientarla in un senso piuttosto che in un altro. In questa direzione, ad esempio, si è mosso il progetto Danteum promosso da due architetti italiani, Terragni e Lingeri.
I due professionisti, infatti, hanno ricreato architettonicamente i tre gironi del capolavoro di Dante e, in ciascuno di essi, la luce è stata plasmata in modo differente con l’obiettivo di imprimere nell’osservatore una sensazione differente ad ogni girone che diventa percepibile nelle sue differenze a partire dalla luce stessa. In quest’ottica, il paradiso si caratterizza per una luce chiarissima e quasi accecante e, al contrario, l’inferno per una luce torbida che lascia presagire le pene e le torture a cui sono condannati i dannati.

La riproduzione dei gironi danteschi e il valore scenico che la luce gioca nell’installazione dei due architetti è utile per comprendere in quali misure la gradazione della luce può essere dosata, con maggiore o minore carico, anche all’interno di un’abitazione civile. Il dosaggio della luce, e quindi la quantità di luce che si decide di portare all’interno di un ambiente, non è l’unico fattore da considerare quando si progetta l’illuminazione naturale in una casa; infatti, anche la fonte stessa della luce gioca un ruolo di primo piano nell’azione di modellazione naturale degli ambienti.

Se la fonte è forte e diretta, come quella delle vetrate o dei finestroni, la percezione dello spazio interno sarà molto vasta; se, invece, la fonte della luce è più smussata, come quella resa possibile dai camini naturali, anche l’illuminazione interna subirà una gradazione differente che conferirà allo spazio anche uno stile diverso.

La Tourette di Le Corbusier è l’esempio meglio riuscito di molteplici applicazioni di luce naturale all’interno di un medesimo ambiente. Le Corbusier, infatti, ha alternato ne La Tourette i canon-lumière, i camini di luce ad altri strumenti, mostrando come la fonte, la gradazione e anche la direzione con cui si plasma l’illuminazione naturale possano conferire ad un’ambiente una percezione di spazio aperto o di locale più accogliente e ristretto.