Il miele è uno degli alimenti più genuini dei nostri giorni. Non esistono macchine che lo possano produrre: sono le api che seguendo l’insegnamento di madre natura ce ne fanno dono. La sua «formula di produzione», inoltre, è talmente complicata e particolare da renderne impossibile la falsificazione.
Caratteristiche
La composizione del miele è data per 1’80% da zuccheri semplici, soprattutto glucosio e fruttosio; si tratta di zuccheri immediatamente assimilabili e digeribili (da non confondere con il saccarosio o zucchero da cucina che è uno zucchero complesso).
Le diverse caratteristiche di vari tipi di miele (si può dire che non ce ne sia uno uguale all’altro) derivano dall’ambiente in cui vivono le api, dai fiori da cui raccolgono il polline e dalla quantità dei tipi di fiori presenti.
Per ottenere miele particolare: di alta montagna, di collina, di campagna, gli apicoltori spostano le arnie in zone di produzione differenti. Anche per questo motivo il miele dei piccoli produttori possiede qualità superiori a quello prodotto industrialmente, spesso il risultato di una miscela di miele di diversa provenienza anche da nazioni molto lontane.
Tutte le sostanze preziose (sali minerali, acidi, alcoli, aldeidi, eteri, vitamine, enzimi) sono delicate e nonostante il miele si conservi a lungo, lentamente ma progressivamente si deteriora nel tempo.
La pastorizzazione, quindi, necessaria per stabilizzare e rendere possibile la conservazione e il trasporto, lo impoverisce e lo fa scadere a miele di seconda qualità, che è quello reperibile generalmente nei negozi e nei supermercati.
Le etichette dovrebbero riportare informazioni relative al luogo di provenienza, alla data di produzione (più importante di quella di scadenza che non dovrebbe superare l’anno, anche se il miele dura anche il doppio) e il nome di chi l’ha prodotto, specificando se si tratta del confezionatore o del vero produttore. Il consumatore attualmente, infatti, non ha modo di sapere se il miele è di produzione italiana, europea o extraeuropea.
Inoltre non è obbligatorio comunicare se il miele è stato pastorizzato, un trattamento esiziale che condanna molte proprietà del miele, a vantaggio della conservabilità.
La conservazione
Il miele va conservato in vasetti sigillati di vetro scuro perché teme l’umidità e il calore.
Con il tempo perde alcune delle sue sostanze (enzimi e vari tipi di zuccheri) ma non va a male.
La «cristallizzazione» cioè la sua trasformazione in una pasta densa e omogenea è un effetto naturale del trascorrere del tempo.
Cosa si trova in commercio
Si trovano in commercio miele della più svariata provenienza, come il «miele vergine integrale» italiano, quindi non pastorizzato, o il miele proveniente da paesi della Comunità Europea oppure d’oltreoceano, come la Cina e l’Argentina.
I peggiori sono quelli, ma è difficile riconoscerli al gusto, conservati a lungo e trattati più volte col calore per ripulirli e rinfrescarli.
I controlli sono ancora inesistenti, non ben visti dall’industria e dai distributori che non vogliono si sappia troppo quello che mettono dentro nei vasetti.