Consumatori

Quali Elettrodomestici Scegliere per Risparmiare Energia in Casa

Guardatevi intorno. Personal computer, smartphone, tablet, televisore, decoder, lettore Dvd e stereo. E ancora frigorifero, forno, forno a microonde, spremiagrumi elettrico, macchina del caffè, lavatrice, ferro da stiro, rasoio elettrico, spazzolino elettrico e asciugacapelli. Questi i primi elettrodomestici che mi sono venuti in mente facendo un giro per casa. Nemmeno tutti. Le nostre case sono letteralmente invase da apparecchi più e meno utili, ma se nessuno mette in dubbio che frigorifero, lavatrice o aspirapolvere hanno cambiato e in meglio la vita di migliaia di persone, siamo
davvero sicuri che ci serva uno spremiagrumi elettrico? O uno spazzolino da denti, un coltello, un gratta formaggio elettrico? È lecito obiettare che queste macchine consumano davvero poco. È infatti la somma che fa la differenza, insieme al vero spreco che nella frenetica, caotica, stressante vita
di oggi tutti noi facciamo dell’energia umana. Ha davvero senso spendere soldi e risorse in una scopa elettrica per poi “pagare” lo stesso movimento che faremmo nell’attività domestica in una palestra? Ecco una piccola guida agli elettrodomestici più comuni (quelli di cui proprio, al giorno d’oggi, nessuno fa a meno), dalla scelta al modo d’uso, per insegnarci un
approccio più green alla tecnologia di tutti i giorni.

Lavatrice

Diciamoci la verità, nessuno oggi farebbe a meno della lavatrice. E la usiamo parecchio, senza troppe economie. Pensate che in Italia un quarto di tutta l’energia elettrica usata per usi domestici finisce proprio qui (in media 270 kWh all’anno) con le conseguenze ambientali che possiamo immaginare. Ma partendo dal presupposto che nessuno chiede di ritornare a lavare i panni nelle fontane e nei fiumi, come possiamo ridurre l’impatto di questo elettrodomestico sull’ambiente?
Scegliete una macchina ad alta efficienza energetica: controllate non solo il consumo di elettricità, indicato dalle ormai famigliari lettere A, B, C e così via, ma anche il consumo di acqua, indicato per un lavaggio di cotone a 60 gradi. Leggete dunque l’etichetta! E non fatevi spaventare dal prezzo in media più alto delle lavatrici di ultima generazione, perché sarete ripagati (in bolletta) in pochissimo tempo.
Preferite macchine che si alimentano direttamente con l’acqua calda prodotta dall’impianto di casa: è più efficiente dal punto di vista dei consumi e dell’emissione di CO2 scaldare l’acqua con il gas, piuttosto che con l’elettricità. Evitate i modelli lavasciuga, comodi ma veri divoratori di energia.
Per quanto riguarda l’uso:
Lavate solo a pieno carico e, se proprio non è strettamente necessario, evitate il prelavaggio. Non superate i 40/60 gradi: se i vostri panni non sono molto – molto – sporchi, le alte temperature sono assolutamente superflue. Se dovete solo rinfrescare la biancheria provate il lavaggio in acqua fredda. Sorprendente. Non eccedete nell’uso del detersivo. Al giorno d’oggi esistono in commercio delle pratiche porzioni predosate (chiamate appunto “ecodosi”); nulla di più e nulla di meno rispetto a quello che realmente vi serve. Consigliatissime.
Ricordatevi di proteggere la vostra lavastoviglie dal calcare con un cucchiaino di bicarbonato aggiunto al detersivo.

Lavastoviglie

È ormai uno degli elettrodomestici più comuni. Chi ancora non ce l’ha la vorrebbe e chi ce l’ha non riesce più a farne a meno. E la usa troppo, e soprattutto male. Un ciclo di lavaggio “standard”, diciamo a 65 gradi, consuma 1,5/2 kWh con l’emissione di circa 1 kg di CO2 nell’atmosfera, dati che non diminuiscono anche se laviamo solo uno
o due coperti. In totale, in un anno, fanno in media 300 kWh.
Viene da sé che per ottimizzare i consumi la lavastoviglie dovrebbe essere sempre usata a pieno carico. Una buona abitudine non solo per l’ambiente, ma anche per la salute: volete davvero usare la quantità di detersivo sufficiente per decine di stoviglie per soli quattro piatti, con il rischio di ritrovarvi poco salutari residui di sapone nel piatto al pasto successivo?
Come sempre, vi conviene puntare su modelli di nuova fabbricazione, più efficiente in termini di consumi di energia e di acqua. Scegliete modelli che prevedano programmi di lavaggio a mezzo carico, ma privilegiate sempre il pieno carico: meglio un solo ciclo al giorno a lavastoviglie piena che due a metà.
Evitate il ciclo intensivo (di solito alla temperatura di 80 gradi). A meno che non dobbiate sterilizzare le stoviglie in un reparto ospedaliero di malattie infettive, è assolutamente superfluo, per non dire dannoso. Anche se disponibili, non usate i programmi di asciugatura (specialmente ad aria calda): aprite lo sportello, aspettate dieci minuti e avrete le stoviglie perfettamente asciutte senza inutili sprechi di energia.
Quale programma di lavaggio scegliere? Sono ok le basse temperature (per piatti mediamente sporchi non superate una temperatura di 50 gradi) e una quantità di detersivo non superiore ai 20 grammi. Ricordate di effettuare la manutenzione ordinaria della macchina: mettete il sale nell’apposito contenitore quando richiesto, rimuovete i residui di cibo e lavate i
cestelli con l’apposito detergente una volta al mese.

Frigorifero

È l’elettrodomestico a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione per un semplicissimo motivo: non si spegne mai, arrivando a un consumo annuale (parliamo di frigorifero e freezer combinati) in media di 500 kWh. Ma non solo. Non dobbiamo mai dimenticare che all’interno della struttura refrigerante della macchina sono stoccati gas potenzialmente dannosi per l’ozono. Parliamo oggi (cioè dopo la messa al bando dei CFC con il Protocollo di Montreal del 1987) di CFC parzialmente alogenati (HCFC) e fluorocarburi (HFC). Circa il 20% della produzione mondiale di questi gas è proprio destinata a frigoriferi e condizionatori. Ma questo cosa vuol dire? E soprattutto, esiste un’alternativa?
Il miliardo di frigoriferi in funzione oggi nel mondo rappresenta un serio rischio per l’ambiente: chiuse nei loro impianti di raffreddamento si trovano tante molecole quante ne basterebbero per un vero disastro ambientale. Fortunatamente tutte queste macchine non sono destinate a essere sostituite nello stesso momento e anzi, quando parliamo di frigoriferi, vale l’eccezione che vecchio non è sempre male. Vale a dire, se il nostro frigo non è proprio dell’ultimo modello, ma funziona ancora bene, meglio prolungarne l’esistenza: consumeremo un po’ di elettricità in più, ma eviteremo di dover smaltire i gas contenuti al suo interno.
Prima dell’acquisto controllate sempre l’efficienza energetica segnalata sull’etichetta (anche qui indicata dalla scala alfabetica dalla A alla G), ma non sottovalutate la rumorosità della macchina, anch’essa indicata in decibel.
Se è presente l’etichetta “a margherita” Ecolabel andate sul sicuro, acquistando un elettrodomestico efficiente dal punto di vista energetico, di facile smaltimento e in generale prodotto e distribuito con un occhio di riguardo per l’ambiente.
Parlando di smaltimento, qui non vale il detto “chi fa da sé fa per tre”. Non abbandonate il vecchio frigorifero in una strada di campagna e nemmeno vicino a un cassonetto. Il rischio è, infatti, che i pericolosi gas contenuti al suo interno possano fuoriuscirne. Contattate gli appositi uffici del vostro Comune e informatevi sulla presenza e la localizzazione di aree di raccolta e smaltimento dei gas CFC.